Chi, da stasera a mercoledì, raggiungerà il maniero di Borgo San Giacomo per assistere alle repliche di "Cannocchiale Silente", si troverà a indossare un ampio mantello, e a camminare quasi al buio, entrando nella biblioteca dove dorme Luigi, uno studioso dei nostri giorni. Spettatori dunque come discepoli, a seguire le ombre prodotte dalla mente di Luigi, figlie di un delirio senile e forse anche di un idillio con la vernaccia. La stanza seguente infatti è di secoli addietro, e vi abitano Galileo Galilei, anziano e cieco, coi fedeli allievi Viviani e Torricelli. Se Spini disegna un uomo avvolto dai suoi fantasmi e staccato dalla realtà, Daniele Squassina ci regala un Galileo in bilico fra pazzia e visionarietà, ed Elena Bettinetti dà vita ad una donna che con la sua presenza cuce lo spazio-tempo della rappresentazione. Belle musiche di Antonio Lancini e Gabriele Moraschi, e regia puntuale e "andrichiana" di Luca Rubagotti.
Paola Carmignani
|