Un testo scritto quasi per gioco, nel 1889 a bordo dell’ Equator sulla rotta per Samoa, dove l’ autore de “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” trascorse gli ultimi anni. Il racconto è rimasto inedito fino a quando, a un secolo esatto dalla sua stesura, due studiosi americani lo hanno “ ritrovato” tra i manoscritti della Beinecke library di Yale. Il figliastro di Stevenson, Lloyd Osbourne, ci aiuta a stabilire le origini del racconto. “The enchantress” fu scritto a bordo di uno yacht: ciascun membro della compagnia doveva scrivere un racconto e leggerlo ad alta voce a tutto il gruppo, alla maniera del Decameron di Boccaccio.
Dopo la morte di Stevenson alcuni manoscritti del suo ultimo periodo vennero smarriti a Samoa dalla famiglia, altri , fra cui “The enchantress”, furono venduti nel 1914, anno della morte della moglie Fanny, ad alcuni collezionisti. Nel 1923 il manoscritto, messo all’ asta, cambiò nuovamente proprietario, per poi svanire nel nulla. Riapparve nel 1947, quando fu acquistato da un libraio che nel 1983 lo ha donato alla Beinecke Rare Book and Manuscript Library della Yale University. Scritto a matita su ventisette fogli a righe, mostra pochi segni di correzione, parte della scritturè di difficile decifrazione, e sembra rivelare la situazione in cui fu vergato: a bordo e, in parte, con il mare grosso, ma lo scritto è rimasto in buone condizioni.
Tipicamente stevensoniano è il rovesciamento dei ruoli in questo testo, incentrato sul rapporto tra il protagonista Hatfield (che è anche l’io narrante) e miss Croft. L’ uomo passa da una dimensione di pragmatismo economico a una romantico- sentimentale tradizionalmente attribuita all’ universo femminile; l’ ironia sottende tutto il testo fino al brusco finale.
TESTI
L'incantattrice (1990, Biblioteca del vascello, Trad. di Claudio M. Messina).
Robert Louis Stevenson