Dal punto di vista tematico buona parte dell’opera di Virginia Woolf si occupa della condizione femminile vista vuoi sotto il profilo della discriminazione (Una stanza tutta per sé), vuoi sotto quello storico della predominanza della figura maschile (Le tre ghinee), vuoi ancora sotto quello della relazione fisica-sentimentale tra donne (Orlando).
Dal punto di vista tecnico elimina il dialogo diretto e lo sviluppo della trama per puntare decisamente al flusso di coscienza, in maniera rapportabile a Joyce, Proust e Svevo. Il tutto, naturalmente, arricchito da un’estrema raffinatezza espressiva. Gita al Faro è considerato il suo capolavoro, e nelle pagine del Diario si può capire la genesi creativa.
La vita della Woolf fu caratterizzata dalla prolifica, gratificante vicinanza con la massima espressione culturale dell’epoca, fu fatta di frequentazioni di George Meredith e Henry James, di suffragette, di impegno politico, di Bloomsbury Group, della Hogarth Press che pubblicò Katherine Mansfield, Italo Svevo, Sigmund Freud, Thomas Stearns Eliot, James Joyce.
Da Gita al Faro e dal Diario
... E davvero, si può ben dire che Virginia Woolf prese il suo cuore spezzato e ne fece arte.